lunedì 19 maggio 2008

Il mio intervento a Sanremo

Mancando di diplomazia, non sapendo indorare la pillola, ho esitato a scrivere sul mio intervento Sanremese, non vorrei spiegarmi male e correre il rischio di urtare suscettibilità.
Ho esordito con una parolaccia, rivolgendomi a tutti coloro che erano intervenuti precedentemente, ho detto:- Che ero contenta ed incazzatissima. Contenta perché ero tra amici, contenta per i progressi compiuti in cinque anni dalla FAIS…ma incazzatissima per ciò che avevo udito.
Coloro che mi avevano preceduti sul palco hanno raccontato una realtà molto diversa da quella che nel Lazio e nelle regioni del sud noi stomizzati ci troviamo a vivere e ad affrontare. Hanno parlato di chirurghi che ‘ preparano ‘ i pazienti sull’ intervento che devono subire, addirittura scelgono con loro dove posizionare la stomia; di enterostomisti che prendono in carica il paziente appena fuori dalla sala operatoria e lo seguono nei mesi e negli anni successivi, assistendolo e supportandolo in tutto; di psicologi che aiutano lo stomizzato ad ‘ accettare ‘ la stomia.
Ho appreso che in molte ASL del nord sono presenti gli stomoterapisti che si occupano degli stomizzati assistiti dalle relative ASL .
Tutto ciò mi ha fatto sentire “ DIVERSA TRA I DIVERSI “!!!
Spesso, Rosario ed io dobbiamo intervenire perché ci arrivano telefonate di parenti che ci dicono che il loro congiunto stà, o è stato dimesso dall’ ospedale, senza alcuna placca e sacca di ricambio; nell’ attesa della prescrizione e della erogazione ( per chi è pratico del sistema burocratico occorrono almeno 5 giorni, per gli altri…), non viene data loro alcuna informazione sul come procurarsi il materiale, e non viene insegnato, ne al paziente, ne ad un familiare, come avere cura della stomia E COME VANNO MESSE PLACCHE E SACCHE. Rosario, più volte si è dovuto recare in questi ospedali e fare la voce grossa, nel frattempo io telefono ai rappresentanti delle case farmaceutiche pregandoli di fare pervenire immediatamente dei campioni omaggio. Superfluo dire che nelle nostre ASL non si vede neanche l’ ombra di un enterostomista. A tutto ciò aggiungo che so da fonte certa che la primaria che ha confezionato la mia stomia ‘ anomala ‘ continua ad operare criminalmente nel medesimo modo, anche su ragazzi attorno ai 20 anni rovinandogli così la vita !
Sono impotente, non riesco a far nulla per impedirgli di procedere in questo modo criminale. Mesi fa ho partecipato ad una assemblea nell’ Aula Magna del Policlinico Umberto I, erano presenti primari, chirurghi, specialisti e il direttore sanitario, di fronte a questa platea di ‘ illustri specialisti ‘ del Policlinico ho denunciato il fatto, e con quale risultato ? IL SILENZIO, il silenzio più assoluto ha accolto la mia denuncia, nessuno che ha commentato o preso qualche posizione in merito; io speravo che qualcuno mi denunciasse per diffamazione, calunnia…invece niente !Pensate , quando vado a fare delle medicazioni, il proff. che me le fa, chiama altri colleghi per mostrare l ‘ anomalia ‘ ! Non vi dico i commenti che rivolgono alla ‘ primaria criminale ‘; però quando chiedo loro di sostenermi con le loro dichiarazioni nel caso volessi denunciarla SI TIRANO INDIETRO, è proprio vero : cane non morde cane!
Cosa posso fare? Munirmi di un’accetta e mozzarle le mani per impedirle di proseguire ad operare ?!
Non vi ho ancora narrato di quel padre siciliano che sconvolto mi ha telefonato perché aveva scoperto che suo figlio di appena 22 anni meditava il suicidio, di questa straziante telefonata ne parlerò in seguito…se ce la farò.
Anche a me piacciono le storie edificanti, consolatorie, possono essere d’esempio e di stimolo per chi li ascolta, possiamo dirci quanto siamo bravi, anch’io volendo “ sono una storia edificante “, ma poi…E poi non mi piacciono le assemblee passive formate da ascoltatori che alla fine di ogni intervento battono educatamente le mani…e tutto rischia di finire li!
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=432671

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