sabato 2 febbraio 2008

FERRUCCIO

Mi chiamo Ferruccio e vivo a Milano. Ho sempre avuto un carattere forte che mi ha fatto superare non poche traversie…cinquantasette anni, di cui trentatré passati con A., mia moglie e coetanea, due figli, il più grande, E. ha trantadue anni e l’altro, A., di ventinove.
A volte non ti rendi conto di ciò che hai, pensi con i ritmi della vita, dai valore a cose che non hanno senso e non ti accorgi che è la vita stessa che ti sfugge. Cinquattasette anni spesi fisicamente bene, un aspetto giovanile grazie allo sport.
La mia attività lavorativa mi ha fatto assorbire vitalità e avere una visione della vita molto tollerante e ottimista; insomma ho sempre creduto, non avendo mai avuto personalmente a che fare con la medicina, di essere invincibile ed eterno.Tutto ciò… per significare quanto è stato inaspettato ciò che mi è successo: un’esperienza che spero potrà essere d’aiuto a chi non ha la forza di reagire
.Dopo un bel viaggio in Polonia lo scorso Natale, con mia moglie e i miei cognati, ho cominciato ad avere dei lievi fastidi alle vie urinarie, ma non ho dato molto peso alla cosa. Ai primi di marzo la cosa cominciò a divenire seria e un medico amico di famiglia mi consigliò di andare al Policlinico. Nella stessa mattina, accompagnato da mio figlio (che da quel momento diventa lui “padre” e gestore della mia vita), accertatisi delle mie condizioni, mi ricoverarono immediatamente.Cominciò il mio calvario fatto di pensieri, dubbi e interrogativi: perché tutto ciò è capitato a me?
Dopo alcuni giorni con molto tatto il dottore m’indorò la pillola, ma mi diagnosticò un sarcoma alla vescica, e disse che avrebbe dovuto asportarla e che era necessaria una urostomia, lasciando ogni altra decisione a dopo l’operazione.
Oggi, diversi mesi dopo l’intervento, se ripenso a tutte le mie paure (non volevo neanche essere dimesso dall'ospedale dopo l’operazione, lì avevo tutte le mie sicurezze e appena avevo bisogno qualcuno mi veniva in aiuto) mi sento orgoglioso di come ho affrontato la mia nuova situazione. Sono riuscito a riprendermi la mia vita.I primi giorni a casa sono stati disastrosi, la prima stomia me la sono fatta cambiare da Adriano, l’infermiere che più mi ha stimolato a reagire, mi stavo quasi abituando a vivere in modo passivo e con tutto il peso del mio male, finché non ho deciso di non essere più “malato” e ho dovuto prendere di petto la situazione.
Pian piano sono tornato a lavorare, ho cominciato a fare tutto quello che mi dava terrore: ciclette, scale a piedi, ginnastica…e ho ripreso responsabilità, soprattutto nella gestione della mia azienda.
Ora sono diventato un esperto nel gestire il mio “sacchetto”, che non è di nessun impedimento alla mia vita grazie anche all’alto livello tecnologico raggiunto dalle aziende del settore.Spero che queste mie righe possano essere di aiuto e stimolo a chi non ha avuto, finora, la forza di reagire!http://ileostomy.com/convatec/jsp/CV...S_SS_Ferruccio

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