lunedì 11 febbraio 2008

CINZIA

Cinzia
Ho 39 anni e mi chiamo Cinzia. Soffrivo di Colite ulcerosa, poi ridiagnosticata Morbo di Crohn. Credo che non dimenticherò mai il 1995, l’anno che ha segnato l’inizio di questa strana avventura che è stata la mia malattia.
Già da qualche tempo soffrivo di strani sintomi a cui, però, non avevo potuto (…o voluto) dare molta importanza. Per la verità un medico prudente mi aveva proposto di fare una colonscopia, ma, dopo aver prenotato l’esame, mi ero sottratta all’ultimo minuto. E poi non avevo tempo… gli impegni di lavoro, le recenti onerose responsabilità dovute allo scatto di livello nella carriera, mi facevano fare una vita in continua corsa contro il tempo, per cercare di “incastrare” nell’arco della giornata i vari impegni. Tutto era diventato improvvisamente stressante. Perfino le attività che facevo per svago. Mi sembrava di non potermi più fermare.
Poi ebbi una brutta influenza, i giorni passavano, ma non così la mia febbre, anzi… Il bravissimo chirurgo che alla fine, interpellato dai gastroenterologi, mi vide in condizioni disperate, capì che l’operazione era l’unica via d’uscita. Ricordo che la sintetica, ma sincera, brutalità della sua diagnosi (colectomia e drenaggio dell’ascesso) mi avevano colpito duramente. Piansi a lungo.
Lo spettro del sacchetto, cioè l’ombra dell’ “handicap”, si delineava su una vita, la mia, che non sarebbe più stata “normale”.I miei genitori, che mi assistevano con amorevole ed infinita pazienza, avevano avvicinato in reparto una ragazza più o meno mia coetanea e, scambiando due chiacchiere, avevano saputo che anche lei era stata stomizzata (addirittura diciottenne).Nicla, questo il suo nome, era una ragazza piena di vita, il ritratto della salute. Mi raccontò la sua vita quotidiana e mi fu di grande incoraggiamento sapere che poteva fare un sacco di cose: ballare, andare al mare e nuotare, uscire con gli amici, fare lunghi spostamenti e soprattutto lavorare (tutte cose che le persone “normali” danno per scontate e che io, invece, da “normale” non potevo più fare da tempo!…) si era perfino trovata un nuovo fidanzato e si era sposata.
Mi sembrava così strano che ciò che, secondo me, costituiva un handicap, mi avrebbe, al contrario, restituito una vita normale! (A volte bisognerebbe proprio ridefinire i concetti di “normalità” e di “handicap”!…).Affrontai l’operazione con una prospettiva nuova, diversa, che mi si schiudeva nuove possibilità che avevo escluso per sempre, abituata come ero alla sofferenza, ormai parte integrante della mia vita quotidiana.
So che ci sono molti casi di malati non altrettanto fortunati che hanno vissuto la stomizzazione come un’esperienza difficile, vergognosa e frustrante”… A chi sta per affrontare un intervento chirurgico che comporterà una stomia, mi piacerebbe sicuramente portare a conoscenza la mia storia, per fugare il timore di sottoporsi all’operazione, non sapendo cosa ciò comporti ed, anzi, temendo, come io temevo io, di diventare handicappati.
Per ora sono passati solo pochi mesi dall’intervento, ma se continua così penso proprio di poter tornare a lavorare e ad una vita che avevo dimenticato quanto fosse appagante! …Insomma un “grande ritorno” a stare bene!http://ileostomy.com/convatec/jsp/CV..._LVS_SS_Cinzia

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